Come è nata la penna biro?

Come è nata la penna biro?

Se pensi che un tempo per scrivere si usavano le piume d’oca e una boccetta piena d’inchiostro, capisci subito quanti passi in avanti sono stati fatti con l’invenzione della penna a sfera. Certo, la penna stilografica conserva il suo fascino immortale. Ma se si pensa a praticità di utilizzo, coniugata ad eleganza e bellezza, si pensa subito alla penna a sfera, o penna biro.

Sai perché la penna a sfera è detta anche biro? Questo era il cognome del suo creatore, un inventore ungherese che fu anche pittore e nella sua vita svolse moltissimi mestieri. Laszlo Biro osservava dei bambini che giocavano a biglie quando ebbe l’idea di usare una piccola sfera per far scorrere l’inchiostro all’interno delle penne. La sua intuizione fu poi perfezionata, con l’invenzione di un inchiostro abbastanza fluido da scorrere sulla sfera e che si asciugasse abbastanza rapidamente. L’invenzione di Biro fu in seguito perfezionata da un industriale francese, che rese il prodotto accessibile a tutti.

La penna a sfera diventa lo strumento di scrittura più diffuso

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, così, la penna a sfera diventò il mezzo per la scrittura più diffuso ovunque, specie sui banchi di scuola. E arriviamo così ai giorni nostri, dove alle penne biro più economiche e quotidiane si affiancano anche modelli di grande bellezza, veri e propri pezzi da collezione. Queste sono le penne a sfera Campo Marzio, azienda che ama trasformare i mezzi di scrittura in oggetti da sfoggiare con orgoglio. Le penne biro Campo Marzio sono colorate ed eleganti, hanno preziosi inserti in metallo e possono essere sfoggiare al taschino, a lato dell’agenda, ma non sfigurano nell’astuccio di scuola. Naturalmente non perdono la loro caratteristica primaria, ovvero la massima funzionalità. In poche mosse, la penna biro Campo Marzio scorre sul foglio con leggerezza, senza incepparsi e senza lasciare macchie, riempiendo la pagina delle parole e dei pensieri che tu vorrai affidare alla carta e all’inchiostro.