Trekking nei monasteri: l’alternativa alle attività ferme da Covid

Trekking nei monasteri: l’alternativa alle attività ferme da Covid

Purtroppo il Covid 19 non risparmia e non perdona nessun settore, il comparto turistico da questo punto di vista è sicuramente uno dei più colpiti e danneggiati dai vari blocchi che si stanno attuando per cercare di contenere la diffusione della pandemia.

Se purtroppo da una parte rallentano o addirittura si fermano le tante attività legate al turismo, dall’altra acquista sempre maggiore importanza e valore il tema dell’alpinismo lento, sempre più praticato dalle persone e che nella zona dell’Appennino tosco-emiliano trova in questo momento la sua massima espressione.

Proprio per questo motivo, in periodi di emergenza come questi, è molto importante la presenza di associazioni che organizzano escursioni di trekking. Parliamo questa sera di Mangia Trekking, un’associazione che promuove in questo particolare momento storico di difficoltà, delle escursioni di trekking nei monasteri. Un modo intelligente per riconciliare la propria parte fisica con la propria parte spirituale.

La prima cosa da sottolineare molto importante da parte di questa associazione, è l’utilizzo di materiali ed accessori molto particolari per praticare questa tipologia di trekking, visto il particolare momento ma anche la crescita e l’adesione a questo sport di tante persone come non si era mai registrato in passato. I capi particolarmente apprezzati sono i pantaloni in materiale traspirante e i calzini anti vesciche.

Questo approccio può sicuramente dare una spinta a settori come l’alpinismo e l’escursionismo, oltre a l’outdoor in generale. Cosa vuol dire fare trekking recandosi in un monastero? Per prima cosa parliamo di una modalità di approccio all’attività fisica che non riguarda solo il nostro benessere fisico.

L’utilizzo di attrezzi idonei a questo tipo di camminate, aiuta anche le persone che sono meno allenate e che magari si stanno accostando a questo mondo da poco tempo. In questo modo è possibile prendere confidenza con un’attività fisica che può essere fatta anche da persone non particolarmente allenate, questo ovviamente tenendo sempre conto del loro livello di partenza.

Un’occasione per riuscire anche ad avere dei contatti sociali, pur dovendo rispettare in pieno tutte le norme Covid che ad oggi, garantiscono il livello di sicurezza delle persone. A tutto questo dobbiamo unire una sana camminata verso luoghi ricchi di spiritualità e fascino come possono esserlo i monasteri.

Luoghi antichi, edificati tanto tempo fa, spesso sorgono solitari e imponenti ai piedi di montagne, in luoghi dove rispetto alla nostra frenetica società, viene coltivata l’arte del silenzio. Ancor di più il trekking come sport, può essere unito alla visita di un monastero.

Certo il livello di impegno nella camminata e il modo in cui ogni persona si approccia, possono essere tra di loro molto diversi. Ci sono persone che si accostano al trekking per allenare il proprio corpo ma anche per vivere momenti di socializzazione insieme ad altre persone.

Il trekking può essere silenzio e ascolto del proprio battito, risuonano magari solo i nostri passi e percepiamo il nostro respiro che abituandosi alle camminate si fa sempre più regolare. Oppure possono essere un momento in cui ci si mette a confronto con noi stessi e curiamo anche la nostra parte spirituale, ecco il senso di una visita a un monastero.

A cura della redazione di Trekking Magazine