L’appetito vien postando: social e influencer superano la pubblicità classica

L’appetito vien postando: social e influencer superano la pubblicità classica

Cibo e social network. Cosa li accomuna? Un semplice smartphone. Fotografare un piatto appena preparato – e poi postarlo su Facebook o Instagram – è diventato un must.

Che sia una colazione, un pranzo o una cena; a casa, al ristorante o in vacanza. Poco importa. Ci si concentra su un dettaglio o un colore, oppure sul contesto d’insieme. Cosa c’è di meglio che immortalare un piatto di bella presenza e condividerlo con gli amici?

Inutile negarlo, i social hanno cambiato il modo di guardare e considerare il cibo. Se ne sono accorti ristoratori, chef stellati, critici gastronomici e, soprattutto, food blogger e food traveller. Anche i palinsesti televisivi. Blog tematici e show cooking stanno spopolando a livello planetario.

L’immagine del cibo, diventata sinonimo di convivialità, benessere e gusto estetico, è sempre più sociale.

Sono tanti i brand del settore alimentare che sono più attivi sui social ogni giorno che passa. Alcuni hanno “sfornato” strategie integrate di visual content, copywriting e influencer marketing davvero ben studiate. Ciascuna col suo taglio e il suo approccio: chi più istituzionale, chi più creativo e umoristico.

Una ricerca di TripAdvisor sul marketing dei ristoranti nel 2017 ha rivelato le ultimissime tendenze della comunicazione social food negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna. Il sondaggio online ha coinvolto 2157 ristoratori.

Dallo studio sono emersi alcuni spunti interessanti. Per la prima volta nel Belpaese, infatti, la pubblicità sui social ha superato quella cartacea. I primi tre canali su cui i ristoratori italiani investono il budget destinato al marketing sono i social network (77%), la pubblicità cartacea (60%) e i servizi per essere visibili sui motori di ricerca (57%).

Il 93% dei ristoratori italiani, inoltre, ha dichiarato di essere sul pezzo per quanto riguarda la reputazione online della propria struttura, che viene “monitorata” più volte a settimana – un dato coerente coi numeri dei colleghi esteri. Il 4% degli intervistati italiani ha confessato di aver assunto una risorsa dedicata alle attività di marketing; a livello mondiale, il 13% ha riferito di aver pagato un servizio professionale per monitorare la reputazione del brand su blog tematici e social.

Il 78% degli intervistati italiani, rispetto al 71% dei partecipanti globali, sostiene di dover fare di più per promuovere online il proprio ristorante: i canali ritenuti più efficaci, che saranno sfruttati maggiormente da qui in avanti, sono, nell’ordine, social network, advertising online e ottimizzazione delle pagine web per comparire prima dei concorrenti sui risultati dei motori di ricerca.

Nonostante al momento impegni ancora buona parte del budget investito nelle attività di marketing, la pubblicità cartacea non compare più nella top 3 dei canali considerati più efficaci. Pagano decisamente dazio i servizi di voucher e coupon online, considerati i meno efficaci in assoluto.